L’ampiezza e la complessità della domanda sessuologica va letta attraverso la competenza del counseling come strumento necessario per accoglierla e valutarla.
«Il sesso come va?»: quante volte questa domanda si esprime nei vostri colloqui di counseling? Quanto spazio credete sia adeguato dedicarle o preferite sorvolare su questo aspetto della vita dei vostri clienti? Se poi la risposta è: «Tutto bene!», vi accontentate sollevati oppure cominciate ad accompagnare il/la cliente alla ricerca del significato di quel “tutto” e soprattutto di quel “bene”? Ecco perché in queste due vacue parole spesso si nascondono infiniti spazi di crescita personale e molteplici scoperte per i nostri clienti.
Il counseling della sessualità si occupa di questo: accogliere, contenere, approfondire e reindirizzare la domanda sessuologica. La sessualità, come la spinta ad apprendere, e il gioco sono funzioni evolutive fondamentali nell’essere umano; si imparano durante tutta la vita e sono profondamente correlate in modi affascinanti e complessi. Sono esperienze ineludibili, importanti da comprendere per il processo di autorealizzazione al quale siamo destinati.
Che cosa è la sessualità?
Il documento “Standard per l’educazione sessuale in Europa”, Ufficio regionale per l’Europa per Oms e BZga, a pagina 13, definisce con molta chiarezza il concetto di sessualità. L’Oms, inoltre, sostiene i diritti sessuali come diritto alla salute sessuale di ogni persona.
Nella pratica però, all’insaputa di queste importanti definizioni e acquisizioni di diritto fondamentali, l’esperienza sessuale vive spesso ingabbiata in idee rigide e preconcette che limitano l’accesso alla sua reale ricchezza e complessità. Nella domanda sessuologica, partendo da una narrazione personale, si cerca di incontrare gran parte di questa globalità.
Cosa sappiamo della sessualità umana?
Molti clienti che ho incontrato, pur portando a colloquio problematiche sessuali, sostenevano convintamente che sul sesso non c’è niente da sapere, che è una cosa “naturale” e che viene da sola. Questo è, nella mia esperienza, un pensiero purtroppo abbastanza comune. In realtà la loro stessa esperienza stava dicendo che le cose non erano proprio così. Questa convinzione però contribuiva ad arricchire il loro vissuto, di emozioni scomode di rabbia e inadeguatezza. In un buon percorso di counseling, c’è molto da imparare su se stessi riflettendo di sesso. La sessualità umana, infatti, si è svincolata dalla sua unica funzione riproduttiva come avviene per altre creature animali e si è evoluta in una esperienza complessa destinata a diversi scopi. Essa, pur mantenendo una sua ciclicità biologica, può essere cercata, scelta, attuata e ricordata in ogni momento. Questa qualità dell’esperienza investe l’essere umano di una particolare consapevolezza e responsabilità.
La moderna sessuologia scientifica attribuisce alla sessualità umana tre funzioni principali: riproduttiva, relazionale e ludica. Il counseling della sessualità si adopera per agevolare lo sviluppo e la consapevolezza su tutti questi aspetti.
Come poi avviene per ogni esperienza umana, il sesso è stato investito di svariati significati e simboli sociali e culturali che ne hanno costruito un “concetto socio-culturale” via via difformemente normato e controllato nelle diverse società ed ere storiche. Per questo l’esperienza sessuale è anche una conoscenza comune e condivisa, un dispositivo sociale –come ci dice Foucault (Foucault, 2017) – investita di aspettative, ruoli e funzioni ai quali l’essere umano viene educato e che contribuiscono al nostro processo di adattamento.
Caratteristiche della domanda sessuologica
La sessualità rappresenta l’aspetto forse più profondo e intimo di ogni persona.
Come professionisti dobbiamo essere consapevoli di muoverci in un territorio sdrucciolevole, scabroso e delicato. Quasi tutti i clienti che incontro tendono a difendere strenuamente questo spazio d’intimità. Molto spesso i colloqui sono caratterizzati da lunghi silenzi nei quali i clienti si confrontano con un profondo imbarazzo, cercando coraggiosamente di dar voce ad aspetti di sé ancora inesplorati e sconosciuti seppur desiderati. Rispettare il loro tempo non facendoli deflettere dal lavoro che stanno facendo è una abilità che va spesso esercitata.
Conosciamo molto poco delle dinamiche relazionali d’intimità, di come funziona il desiderio e abbiamo spesso poca familiarità con il piacere.
Avendo definito la sessualità un processo vitale fondamentale, esso investe tutti i piani di crescita dell’essere umano: quello corporeo, quello emotivo, quello cognitivo, quello etico e quello fantastico. Tutti si intersecano in molteplici modi, con le diverse dimensioni della nostra vita: individuale, di coppia, familiare/di clan e sociale. Questi ambiti, insieme, contribuiscono a produrre significati riguardanti l’esperienza sessuale di ogni persona e incidono sulla vita sessuale. Il compito del counselor è quello di evidenziarli e correlarli tra loro per aiutare i clienti a dare un senso alla loro esperienza e a fare scelte libere e consapevoli in riferimento alla loro vita affettiva e sessuale.
La relazione affettiva, soprattutto, è la dimensione che nutre e sostiene una buona esperienza sessuale. La sessualità è ciò che contraddistingue e qualifica una relazione di coppia, quindi le difficoltà relazionali incidono direttamente sul nostro benessere sessuale e viceversa. Per questo ritengo che nella nostra formazione professionale dovrebbe essere fondamentale approfondire alcune conoscenze di base sulla sessualità. Dovremmo porle maggiore attenzione e non tendere a ignorarla come spesso avviene. Posizioni non chiare sul nostro rapporto con la sessualità influiscono sul lavoro con i clienti e ne possono inficiare l’efficacia.
Inoltre, spesse volte, non si vuole considerare che il sesso è un territorio fragile e instabile. Anche piccole alterazioni, considerate però significative, in ambiti diversi della nostra vita, quasi sempre, si ripercuotono nella vita sessuale ma quasi mai se ne colgono i nessi. Per questa disattenzione al tema, a volte la domanda sessuale può risultare malagevole perché viene banalizzata, e così rischiamo di perdere parti importanti della storia più intima delle persone che incontriamo.
Perché il counseling?
Proprio per l’ampia vocazione ad accogliere ogni sfumatura d’umanità e per la plasticità nel seguire e accompagnare i processi, il counseling della sessualità, offre una reale possibilità di accoglienza e riconoscimento a un bisogno così profondo e troppo spesso trascurato.
Ascoltare un problema relazionale/erotico/emotivo/affettivo significa entrare in un luogo nel quale probabilmente non dovremmo “stare”; rispettare la fiducia che il cliente ci attribuisce comporta da parte nostra un’attenzione particolare alla sospensione di qualunque giudizio perché può essere facile scivolare in atteggiamenti pregiudiziali o in forme diverse di disagio personale.
L’empatia e l’accettazione dei vissuti emotivi, che emergono spesso dalle narrazioni, devono essere posizioni stabili e continue, fondamentali nei primi incontri nei quali si istaura lo stile relazionale e di fiducia della diade (o triade) professionale.
Tutti questi elementi permettono al cliente di so-stare in quel luogo scomodo che è il sesso.
Il counseling, inoltre, ponendo al centro del suo lavoro la persona, colloca il disagio dentro un movimento evolutivo significativamente più ampio dell’accoglienza del “semplice sintomo”. Poiché centrato sul processo degli eventi, riconosce la complessità dell’esperienza sessuale per come raccontata finora e riesce a integrarne gli innumerevoli elementi. Può così agevolare la crescita e il cambiamento della persona, sollecitandola a scelte più consapevoli e coraggiose.
Essendo la sessualità una esperienza relazionale trova, poi, nel counseling il suo naturale spazio di sviluppo e scoperta.
Per la sua capacità di costruire rete, il counselor risulta molto efficace anche nel lavoro di connessione, coordinamento e integrazione di tutte quelle figure professionali a volte necessarie per aiutare il cliente a soddisfare il suo bisogno.
Obiettivi principali del counseling in ambito sessuologico
Accogliere la domanda sessuologica, quindi, significa riuscire a muoversi all’interno di questo universo insieme al cliente. Nell’intento più ampio di accompagnare parte del processo di sviluppo dell’identità sessuale del cliente, riconoscerne le peculiarità e collocare il bisogno in una cornice consapevole di senso personale, alcuni dei possibili obiettivi condivisi possono essere:
- Promuovere una sana filosofia del piacere.
- Comprendere la complessità insita nella domanda, per prevenire possibili evitamenti o esasperazioni.
- Orientare e sviluppare le potenzialità del cliente.
- Promuovere e favorire la capacità di mentalizzazione, auto riflessione e ascolto di sé.
- Sviluppare comportamenti proattivi e propositivi.
- Favorire l’autoconsapevolezza riguardo al proprio concetto di sessualità attraverso il riconoscimento dei propri desideri, bisogni e fantasie uscendo dal giudizio e dalla valutazione di sé.
- Favorire scelte sulla vita sessuale libere da pregiudizi e costrizioni.
- Sviluppare un pensiero e un linguaggio sulla sessualità autonomi e consapevoli.
- Informare.
- Educare alla relazione affettivo sessuale.
- Reindirizzare, quando è necessario, la domanda sessuologica ad altri professionisti capaci di accoglierla e integrarla compatibilmente alla loro disciplina, quali medici (urologi, andrologi, endocrinologi, ginecologi, dietisti) psicoterapeuti, sessuologi clinici, fisioterapisti, ostetrici, operatori olistici ecc.
Approcci e metodi
Il lavoro sulla domanda sessuologica è caratterizzato in prevalenza da un compito informativo e un compito educativo.
Il primo è finalizzato a dare al cliente gli strumenti adeguati a operare scelte efficaci e responsabili.
Può suonare strano, ma c’è ancor molta ignoranza in merito alla nostra sessualità. Nonostante all’art.10 della Dichiarazione dei diritti sessuali la World Association for Sexual Health riconosca il diritto di ogni cittadino, a una educazione sessuale approfondita ed esauriente, l’Italia non riesce ancora a produrre un progetto educativo istituzionale adeguato su questi temi. L’educazione sessuale avviene, quindi, soprattutto in maniera informale, da fonti di informazione non istituzionali (il gruppo dei pari, internet, film, pornografia) che possono creare molta confusione e/o disinformazione.
Così il compito del counseling della sessualità è anche quello di dare informazioni di vario tipo in riferimento alle domande che emergono, per orientare i clienti verso un percorso autonomo di ricerca e consapevolezza.
Il secondo si pone invece il compito di accompagnare il cliente alla costruzione del proprio benessere sessuale, sostenendone il processo di integrazione e crescita. L’identità sessuale è infatti parte dell’identità completa di ogni essere umano. La crescita di ogni persona si avvera attraverso l’interazione e integrazione continua di processi di sviluppo del corpo e delle intelligenze emotiva, cognitiva e morale che devono svilupparsi e completarsi il più compiutamente possibile.
Entrambi questi compiti si integrano nel lavoro con il cliente e il loro diverso utilizzo sarà calibrato dalla sensibilità professionale e dallo stile del counselor.
Caratteristiche e atteggiamenti del counselor
«La verità respira nel rischio» ci ricordava Andrea Gagliani, nel suo intervento alla Iac Conference 2024 di Napoli. Nella nostra professione questo significa accettare il pericolo che il nuovo comporta, in tutta la sua complessità.
La domanda sessuologica ci fa lavorare scomodi ed è in questa qualità che si adempie la sua onnicomprensiva importanza. È abbastanza sicuro che anche noi, almeno una volta, abbiamo sperimentato parte della fatica narrataci dai clienti, che abbiamo provato lo stesso imbarazzo, la stessa ansia e inadeguatezza. Forse, e ve lo auguro, anche la stessa passione, gioia e beatitudine. È difficile anche per noi tenere insieme tutte le contraddizioni intrinseche alla sessualità, della quale essa si nutre e caratterizza. Anche a noi, a volte, piacerebbe ridurre e tornare a pensare semplice. Ma è lì, proprio nella seduzione dei pensieri semplici che si annidano atteggiamenti insidiosi come i pregiudizi, aspettative di ruolo, omotransfobia, emozioni fortemente giudicanti che ci allontanano dalla verità. Per il rispetto di noi stessi e della nostra professione, dobbiamo sviluppare una educata attenzione e un gentile monitoraggio sul nostro operato professionale.
Riconoscersi nel nostro essere sessuati è un passaggio ineludibile per poter poi accompagnare onestamente i nostri clienti. Ho accennato prima all’importanza degli atteggiamenti di base del counseling nell’accogliere la domanda sulla sessualità; la congruenza esprime su questo terreno tutta la sua pregnanza.
I pilastri della sessualità
In un piccolo testo chiamato “Gli usi post moderni del sesso”, Bauman ci dice: «Sesso, Erotismo e Amore non possono vivere l’uno senza gli altri, eppure la loro esistenza si consuma in una guerra perenne per l’indipendenza. I confini tra loro sono fieramente contesi, e […] sono il teatro di guerre di difesa e di invasioni».
Il lavoro sulla sessualità si compie nella ricerca dell’agognata armonia tra questi elementi. Sesso è una funzione psicobiologica che adempie alla finalità riproduttiva e ha il compito di perpetrare la vita della specie. Eros, invece, è quello che ha il compito di vivacizzare Sesso, che per sua natura biologica non è ricco di infinite possibilità. È Eros che ha il compito di condire Sesso di desiderio. Eros è una manipolazione culturale che dà parola al sesso, che lo farcisce di piacere.
Nella domanda sessuologica l’attenzione al linguaggio è parte integrante del lavoro.
Riscoprire o portare Eros nella relazione sessuale è un obiettivo centrale, altrimenti l’intimità resterà un luogo di silenzio.
Sarà dunque importante costruire un linguaggio adatto alla narrazione della sessualità; dovrà essere rispettoso della persona e al contempo chiaro e preciso per entrambe, counselor e cliente. Il discorso sulle “parole del sesso” assume spesso un carattere di mediazione e riflessione che accompagna un po’ tutto il lavoro.
L’altra caratteristica di Eros è quella di esprimere la dimensione del gioco implicita nelle funzioni sessuali che permette a Sesso di restare sempre desiderabile ed eccitante.
In ultimo chiudo parlando di Amore. Esso è uno stratagemma sentimentale, dice Bauman, che ha l’obiettivo di sviluppare la relazione sessuale, creare un legame duraturo tra gli amanti. L’amore innalza il sesso a una dimensione progettuale, sovradeterminata, capace di sostegno, protezione e cura della coppia e della prole.
L’amore trascende l’aspetto egoico di ogni esistenza per assoggettarlo al servizio del bene in funzione dell’altro al fine di proteggere la vita.
Bibliografia
- Bauman Z. (2013), Gli usi postmoderni del sesso, Ed. il Mulino, Bologna
- Foucault M. (2017), La volontà di sapere. Storia della sessualità 1, Ed. Economica Feltrinelli, BG
Sitografia
- WAS, World Association for sexual health, Dichiarazione dei diritti sessuali
- Ufficio regionale per l’Europa per OMS e BZgA, Standard per l’educazione sessuale in Europa